Non ridere del criceto
Che corre tutto il giorno sulla ruota
Senza andare da nessuna parte
Non ridere del criceto
Che, se glielo chiedessi.
Ti risponderebbe: “Quale ruota?”
Non ridere del criceto
Che si riempie le guance di cibo
Anche più del necessario
Non ridere di lui
Che ha imparato a fare i suoi bisogni
Sempre nello stesso posto.
Non ridere di lui
Che, se gli togli la ruota,
impazzisce per la noia.
Non ridere di lui
Che vive in gabbia
E neppure se ne accorge
Non ridere del criceto
Che se lo liberassi
Morirebbe in poco tempo
Perché nato in cattività
E non abituato alla libertà
Non prenderlo in giro
Il criceto sei tu
Rideresti di te.
6 commenti:
assai vero, specie per quelli in giacca e cravatta che devono essere così
Un pensiero più che reale e veritiero.
invece io incoraggerei a ridere ognuno di se stesso. sarebbe un buon inizio. :) ps fighissima la foto dei treni indiani
Già, e corriamo nella ruota della vita; chi si ferma è perduto, ma anche a chi corre non va molto meglio.
Quanto all'abbuffarsi a guance gonfie fino a quasi scoppiare, basta guardare le dichiarazioni dei redditi on-line dei nostri cricetti magnum.
Ciao.
Vero.
sto vedendo la luce... tra le sbarre della gabbia... e rido
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