I mungitori non praticavano molto la poesia.
Non che la disprezzassero ma era un duro lavoro, il loro.
Alzarsi prima dell’alba a svuotare le mammelle gonfie delle vacche
Aspettare il camion del latte e poi
Fare semplicemente ciò che andava fatto.
I mungitori cadevano sul materasso ben prima del tramonto
Con un russare che non ammetteva obiezioni.
Non sarebbe stato certo d’aiuto per loro
Sedersi davanti al camino
Snocciolando gli amari sillogismi di Cioran
Ma i mungitori amavano i loro animali
Li accarezzavano, anche se poi li mangiavano
La loro poesia non era fatta di parole inutili
La poesia era nel loro sguardo silenzioso
Non sapevano che farsene i mungitori, della poesia.
Perché erano loro la poesia.
Quella che non si scrive su nessun foglio
Quella che nessuna Rose Auslander
Avrebbe mai potuto possedere
Ma solo ammirare.
12 commenti:
per fortuna che ci sono (perché da qualche parte ancora non usano i robot) i mungitori. Beati loro che toccano sise a tutt'andare...
ma belle pure quelle della foto qui giù
I felini della foto sono umanoidi travestiti; nel senso carnevalesco, intendo.
Ciao.
I felini della foto sono umanoidi travestiti; nel senso carnevalesco, intendo.
Ciao.
Beh, perché due?
Mah!
non sempre il silenzio è prezioso, spesso chi tace è perchè non ha niente da dire...per incapacità o volontà.
bel tiro, vera classe
ne parli al passato come se non esistessero più. i mungitori pur usando la tecnologia sono ancora ben presenti in tante realtà contadine come nella mia zona. Oggi però sono quasi tutti indiani
"chi scrive poesie / chi tira le reti" (r gaetano)
La POESIA non ha mai parole inutili e poi, come citi tu, in casi magici, ti permette di viverci dentro.
non c'è miglior poesia della vita
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