venerdì 30 luglio 2010

Le convinzioni sono come sassi
In tasca a pantaloni troppo bassi
Soprattutto per una come te.
Sul fondo di una tazza di caffè
Leggevi i sedimenti e i sentimenti,
Disordinate geometrie interiori.
Hai preservato ciò che è stato fatto
Salvando le tue cose delicate
Troppo nuda per quelle stanze spoglie
Troppo pulita per la confusione
Di un mondo che hai voluto cancellare.
“Ti ecciteresti” dicevi “amico mio
Osservando una mia fotografia
Ma mai sapresti cosa vi è nascosto.”
Lo specchio hai voluto attraversare
Ma nello specchio ci sei sprofondata
E ti è piaciuto.

(Fotografia di e con Francesca Woodman, fotografa americana morta suicida nel 1981 a 23 anni)

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao!
Grazie per il commento al mio post.Sei il benvenuto sempre.

Conosco un pochino la storia di quella ragazza-fotografa.Dagli scatti era, diciamo, immaginabile quello che sarebbe stato il suo "attraversamento dello specchio".Infondo è solo un simile breve spazio che ci separa dall'oblio.

Anita Damianto ha detto...

Enjoying.

davide idee ha detto...

è vero, le convinzioni [così come le convenzioni] sono massi enormi nelle tasche dei nostri pantaloni ridicoli di cui non riusciamo a sbarazzarci.

se tutti fossimo di facile lettura, allora avremmo 1100 commenti.

tu non lo sei.

ciào

Sarah ha detto...

La foto è bellissima e le parole, di chi sono?! Superbe...

Squilibrato ha detto...

Concordo con Davide sui 1100 commenti.

E poi ho notato che meno ti fai vedere e meno ti vedono. Che va bene così.

L'aver notato che hai percorso la strada disseminata di squilibri della genialità, accadde agli albori. I miei.

☆ღ )O(Claudia)O( ღ☆ ha detto...

Ciao Lorenzo
ho appena scoperto il tuo blog!!
Mi piace! Lo leggerò più approfonditamente, tra l'altro ho letto dal tuo profilo che i nostri interessi sono gli stessi..lettura, poesia, comprare libri, scrivere e recitare! Io faccio l'attrice di mestiere...il teatro è la mia vita!!
A presto...

NostraDannus ha detto...

E quella sua fotografia sembra riecheggiare un po' di «Quel che resta del porno» e di «Alice nel paese delle meravoglie». Cauto il tuo virile richiamo alla tua perduta verginità o alla sua che che fa capolino dietro l'angolo della necessaria e sedimentata passione.

Silvia... ha detto...

... del resto, per restare almeno un pò al suolo, qualche sasso bisogna pur portarlo, almeno per dare peso alla leggerezza che è rara in questo mondo, leggero d'altro, leggero e fragile ... ci si può perdere, sì, può capitare ... anche preservando le propie cose delicate ...

follementepazza ha detto...

l'apparenza..appare diversa a seconda dell'osservatore.
delle volte non mi riconosco neanche nel mio riflesso
(quanto centri cn il post nn lo sò :P)