Di giorno,
i cimiteri sono infestati dai vivi.
Preferisco evitarli.
Ma di notte,
quando le luci e i suoni
non urtano le mie emozioni
mi piace passeggiare tra le lapidi
e godere la compagnia degli assenti.
Mi siedo sulle tombe
E sento tutto il peso del mio corpo
Anzi, della mia vita,
schiacciarmi contro il suolo
dal quale vorrei elevarmi.
Come dentro ad un sarcofago di piombo
Mi muovo goffamente in questo mondo
Inerme prigioniero di me stesso.
Vorrei uscire dalle mie narici
Come un soffio di vento
Ed entrare dalla tua finestra
A spogliarti di tutta te stessa
Mentre sprechi la notte sognando
Ed entrare nella tua carne
Come un’anima che ti dia una forma
Come un alito che ti dia la vita
Ed uscire dalle tue labbra schiuse
Quando chiederanno il mio nome
Io, che vivo tra i morti,
vorrei non essere mai nato
vorrei non essere altro
che essenza di me
per sempre.
9 commenti:
E ascoltare la vera essenza ,quella che non si cela dietro quel respiro che fa da meccanismo al corpo e scoprire che il nostro involucro rimane comunque una maschera.
Più o meno diceva così Lorenzo.Uff correre dietro ai miei pensieri già è arduo,figuriamoci voltarsi indietro.
Fermarsi ad Ascoltare le Urla del Silenzio,al posto di Correre e Sentire il Fastidioso Rumore dell'Assordante frenesia dell'Essere.
Un'Essenza si Erge Sovrana
Sopra i Vivi
Sopra i Morti
Esalando se stessa nella propria Reale Essenza.
e te lo dico anche qua...scrittore...
Le mura di lucca non sono troppo alte...
in quanto all'amore, non so...non me ne intendo....
grazie!!!
Sono anch'io per la compagnia degli assenti e non posso far altro che assentire.
Mi ritrovo nelle tue parole.
Che versi profondi!!!
Non è semplice essere essenza per sempre!!!
Magari!!!
Ciao Lorenzo grazie della visita è sempre un piacere leggerti... felice serata... un abbraccio
Una volta entrai con le mani nel tuo costato. Toccai l'anima. Ne avemmo paura e tornammo a passeggiare distanti nel pensieri e nel corpo. A volte mi chiedo che cosa è veramente quello che vogliamo. Se quello che sognamo, quello che scriviamo, quello che facciamo o quando ci voltiamo indietro e tiriamo un sospiro. Di qualunque entità sia. Di tutto questo vorrei fare un'unica scatola, chiuderla e iniziare a scuoterla. Per poi vedere quello che ne rimane all'interno e ciò che si mischia. Ecco, forse sarebbe più semplice riuscire a mischiare sogni, realtà e azioni e capire qual è il passo giusto da ottemperare. E tu mi guardi dicendo che non ci resta altro che scavare? Io vorrei rialzarmi francamente.
non ho potuto prima, ma vorrei acquistare il tuo libro...dimmi come fare.Se a Torino si trova in libreria oppure On line
Grazie Lorenzo, son qui che la leggo e la rileggo e ancora una volta.
Posta un commento