Ho deciso di smettere. Quello che
potevo l’ho fatto. Considerando che la statistica dice che ho molte probabilità
di non essere eterno, penso sia giunto il momento di rilassarmi e di
accontentarmi del risultato ottenuto. La perfezione, oltre a non esistere, non
mi piace, non è artistica. Ritengo di essere diventato una persona abbastanza
accettabile e quindi dichiaro conclusa l’operazione restauro.
Ero nato, come tutti, puro. Sono
stato distrutto. Ho raccolto i pezzi e ho cercato di rimettermi in piedi.
La consapevolezza della mia
debolezza mi ha reso più forte.
So dove mi sono aggiustato e, quindi, dove devo stare
più attento. So, anche, dove la riparazione è fragile e, da oggi, smetto di
cercarne una più resistente. So dove la riparazione non è possibile e quindi,
da oggi, smetto di cercarla. Sembrerebbe una resa, ma in realtà è una vittoria.
Non mi estraneo dalla lotta. Non
l’abbandono per debolezza. La forza delle persone sensibili sta proprio
nell’accettare le proprio carenze. Non è accontentarsi. E’ ritenere di aver
lottato abbastanza e di avere le armi sufficienti per potersi buttare nella
mischia e non uscirne con le ossa rotte. E soprattutto è avere acquisito la
capacità di capire che la mischia, anche se è inevitabile, non è l’intera
nostra vita. Possiamo e dobbiamo uscirne ed essere pronti a rientrarvi.
Sprechiamo il nostro tempo a cercare un equilibrio che non esiste. E’ proprio
l’instabilità delle emozioni, il motore della vita. Se cerchiamo troppo la
tranquillità, troveremo la morte. Il mio restauro è terminato. Qualcuno
continuerà a sentirsi offeso, deluso, irritato da me. Non posso più farci
niente. La data prevista per il termine dei lavori era oggi. E io rispetto le
scadenze.
2 commenti:
la tua ammiratrice:
spero che il tuo comunicato,sia solo una vittoria sul senso della vita,e non una
resa incondizionata,le tue parole inutili sono sempre interessanti e vitali continua......ciao..........
Cara Ammiratrice...la prima che hai detto.
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