sabato 27 luglio 2013

MALDOROR


L'Eterno ha creato il mondo quale è: dimostrerebbe una grande saggezza se dimenticasse la sua maestà per rivelarci i misteri tra i quali soffoca la nostra esistenza, come un pesce sul fondo di una barca. Ma lui è grande e nobile; ci vince tutti con la potenza delle sue concezioni; se si mettesse a parlamentare con gli uomini, tutte le vergogne gli schizzerebbero in faccia. Ma... quanto sei miserabile! perché non arrossisci? Non basta che l'esercito dei dolori fisici e morali che ci circonda sia stato generato: il segreto del nostro destino straccione non ci è rivelato. Lo conosco, l'Onnipotente... e anche lui dovrebbe conoscermi. Se per caso camminiamo sullo stesso sentiero, la sua vista penetrante mi vede arrivare da lontano: allora prende una via traversa, per evitare la spada che la natura mi dette come lingua! Mi farai il piacere, o Creatore, di lasciarmi sfogare i miei sentimenti. Maneggiando le ironie terribili con mano ferma e fredda, ti avverto che il mio cuore ne conterrà a sufficienza per provocarti fino alla fine della mia esistenza. Colpirò la tua carcassa vuota; ma con tanta forza che m'incarico di farne uscire le residue particelle d'intelligenza che tu non hai voluto dare all'uomo perché saresti stato geloso di renderlo eguale a te, e che sfrontatamente ti eri nascosto nelle budella,  come se non sapessi che un giorno o l'altro io le avrei scoperte con il mio occhio sempre aperto, e le avrei rapite, e le avrei spartite con i miei simili. Ho fatto come dico, e ora non ti temono più; da potenza a potenza trattano con te. Dammi la morte, per far sì che la mia audacia si penta: mi scopro il petto e attendo con umiltà. Apparite dunque, irrisorie vastità di castighi eterni! 
Egli si è dimostrato incapace di arrestare la circolazione del mio sangue che lo sfida. Eppure ho prove che egli non 
esita a spegnere, nel fiore degli anni, il respiro di altri umani che hanno appena gustato le gioie della vita. È semplicemente atroce; ma soltanto per la debolezza della mia opinione! Ho visto il Creatore che, solleticando la sua inutile crudeltà, appiccava incendi in cui perivano i vecchi e i bambini! Non sono io a iniziare l'attacco; è lui che mi costringe a farlo girare come una trottola con la frusta dalle corde d'acciaio. Non è forse lui a fornirmi accuse contro se stesso? Non si esaurirà il mio estro spaventevole! Esso si nutre degli incubi insensati che tormentano la mia insonnia. 

3 commenti:

Pierluigi ha detto...

Voglia il cielo che il lettore, reso ardito e momentaneamente feroce come ciò che legge, trovi, senza perdere l’orientamento, il suo cammino scosceso e selvaggio attraverso le paludi desolate di queste pagine oscure e avvelenate; infatti, a meno che non applichi alla lettura una logica rigorosa e una tensione intellettuale pari almeno alla sua diffidenza, le esalazioni mortali di questo libro gli impregneranno l’anima come l’acqua lo zucchero. Non è bene che tutti leggano le pagine che seguono; pochi soltanto potranno assaporare senza pericolo questo frutto amaro. Perciò, anima timorosa, prima di avventurarti oltre in queste lande inesplorate, volgi indietro i tacchi, e non in avanti.

fracatz ha detto...

minTchia!

Massimo ha detto...

Grande folle Lautremont ... grazie per aver postato questo brano, non sono in molti a conoscere I canti di Maldoror.