domenica 23 settembre 2012

BUDDITA'



Il mio senso di adattamento alla vita è talmente scarso che se fossi un pesce sarei già annegato. Per questo mi attrae il misticismo. Ti promette sempre un’altra possibilità. C’è chi si fa crescere barba e baffi per assomigliare a Gesù, ma essendo io calvo e obeso mi sento più adatto al buddismo. E poi l’iconografia cristiana è più tarocca di photoshop. Osservando la fisionomia dei palestinesi di oggi, vi sembra credibile un Gesù di statura media, pallido e senza un filo di pancia? Io me lo immagino meglio come un tignoso rompiballe alla Arafat. E poi la resurrezione della carne è una prospettiva che non mi affascina molto. Ritrovarmi in eterno i miei dieci chili di soprappeso da smaltire sarebbe insopportabilmente noioso. Il buddismo invece ti promette la reincarnazione, dandoti così la possibilità di essere qualcun altro. Io però vorrei potermi reincarnare in un personaggio del passato: Hugo Ball. Il mio unico e vero mito. Un uomo che, nel 1917, disertore, mentre gli uomini morivano nelle trincee della prima guerra mondiale, in un locale di Zurigo, indossando un costume di cartone colorato, recitò la poesia onomatopeica: O Gadji Beri Bimba, il cui testo non significa assolutamente nulla. Questa, secondo me, è la vera essenza della vita. E invece la gente non è mai contenta. Chi vorrebbe morire subito, chi non vorrebbe morire mai. Io non so se sia più onorevole per un gladiatore morire nell’arena combattendo per il divertimento del popolo o suicidarsi soffocandosi con la spugna adibita alla pulizia dei genitali, di uso pubblico, nei sotterranei del Colosseo, ma sono sicuro che certe ossessioni  provocano grandi figure di merda. Nell’Ottocento, un tale di cui non voglio neppure ricordare il nome si mise d’accordo con un suo amico medium che sapeva contattare i defunti. “Io mi uccido” gli disse “così poi tu mi contatti e io posso finalmente rivelare a tutti com’è l’aldilà”. Così fece e quella stessa sera il medium si mise all’opera con la sua tavoletta  ouija. “Ci sei?...Ci sei…? Rispondi….Rispondi…Pronto…Pronto…Pronto!....Fine della storia. Oggi, Ken Hayworth, ex-scienziato della Nasa, vuole farsi congelare il cervello per farlo trapiantare, tra cent’anni, su un robot e diventare immortale. Lui è convinto che per fare ciò debba uccidersi (curiosity kill the mad), ignorando che i Testimoni di Geova (un esempio tra i tanti) vivono serenamente da anni coi cervelli congelati. Ma perché vogliamo sempre scoprire qualcosa che non esiste invece di indagare sul fatto che la nostra vicina di casa esce a stendere i panni in reggiseno quando ci mettiamo a leggere in giardino? “Un giorno” disse Alessandro Dumas padre ad Alessandro Dumas figlio “ti spiegherò il vero segreto della vita.” Ma quel giorno non venne mai. Quando sul letto di morte, Alessandro Dumas padre, col suo ultimo fiato, chiese a suo figlio di avvicinare l’orecchio alle sue labbra, il giovane Dumas pensò che finalmente fosse arrivato il momento e si apprestò a raccogliere le ultime parole del famoso padre, sicuro che se le sarebbe ricordate per tutta la vita. Il vecchio, con le lacrime agli occhi, sospirò: “Mon Dieu, que brule mon cul!”

5 commenti:

Pierluigi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
S. ha detto...

Grazie di esistere...con la tua intelligente ironia, mi riconcilii in questo mondo di blogger.

Unknown ha detto...

E' proprio vero: non siamo mai contenti.
Io, di altre vite, non ne voglio sapere: già sembra una certezza che mai raggiungerò la pensione... che mi lascino riposare, dunque per il resto dell'eternità chè, in questa vita sto già dando abbastanza.

Soffio ha detto...

terribile iconoclasta come sempre!!!

magneTICo ha detto...

del resto nell'800 le linee non erano così affidabili come oggi...