martedì 2 giugno 2009



Le dannazioni si riconoscono dagli occhi

Un tempo credevo servisse

Guardare le foto di gente morta

E dirsi “Carpe Diem” mio capitano

Ma sono solo giochi di parole

A volte indosso il costume da SuperLori

Ma la pancia si vede uguale

La gente finge di parlare con gli altri

In realtà vuole solo far rumore

Per coprire il silenzio che ha dentro

Accontentiamoci e accoltelliamoci

Cerchiamo l’equilibrio

Sempre più in basso

Fino a godere del nostro malessere

Le dannazioni ci tengono in vita

Avvitamenti vertiginosi

Bramano lo schianto al suolo

Tuffi carpiati da altezze impossibili

Da dove non si vede il mare

E forse neppure c’è.

Il nostro tempo ha sempre più fretta

La nostra ansia è sempre più in ansia

La nostra vita vuole farla finita

Ma noi no.

Ci riconosciamo dagli occhi

E ci basta una carezza

La dannazione è la nostra salvezza.

4 commenti:

NERO_CATRAME ha detto...

La dannazione caro Lorenzo a volte è una scelta.altre no.Certo comunque fa parte di noi,il difficile è quando appunto non è una scelta.E' vero,ci accompagna,ci da forza,ce la toglie,ci fa guardare al paradiso come ad un iferno di ghiaccio e ci teniamo caldi nel tepore del vero inferno.Si basta poco per riconoscersi,poche parole,giusti silenzi,una carezza dell'anima.Ma attenzione la dannazione può essere la nostra salvezza,ma anche la totale devastazione.

Inés ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Inés ha detto...

la dannazione, a volte, è una salvezza!!! Parole inebrianti, sarò lieta di seguirti.

Asha Sysley ha detto...

Tante ne hai al tuo seguito mio signore, perchè scegliere la prediletta quando di un gregge si può godere?
Rimango qui sulla nuda collina e attendo, il mio turno è lungo a venire.
Lieta rimembro i volti di chi ti assaggiò e trasacinando le gambe si mosse per non tornare