domenica 3 maggio 2015

Bouvard e Pécuchet


Volevamo capire come funziona il mondo.
Volevamo creare qualcosa di nostro.
Il nostro lavoro era alienante e ripetitivo.
Che senso aveva ripetere all’infinito ciò che altri avevano già  scritto e fermarsi lì?
Esistono migliaia di enciclopedie scritte da uomini di ingegno
Che spiegano il funzionamento di tutto. O quasi tutto.
Volevamo dare anche noi il nostro contributo.
Ci siamo applicati con curiosità all’agricoltura,
alla medicina, alla chimica,
alla geologia, alla politica.
Nonostante l’aiuto di esperti
E la consultazione di vari manuali
I risultati sono stati deludenti.
Ci siamo allora dedicati alla letteratura,
poi alla psicologia,
alla ginnastica,
allo spiritismo,
alla magia,
alla filosofia.
Il nostro entusiasmo non è bastato
Ad evitare il nostro più totale fallimento.
Siamo tornati a fare quello che sappiamo.
Copiare ciò che altri hanno già fatto.
Nella rinuncia abbiamo scoperto la poesia.
L’accettazione della sconfitta
È qualcosa di molto romantico
Se non persino erotico.
Contravvenendo  alla nostra natura
Di homo homini lupus
Ci siamo arresi senza schiumare rabbia.
Siamo ugualmente parte
Di un mistero affascinante
Con uguale dignità.