Anche
se non lo ammetteremo mai, siamo ancora tutti un po’ scioccati dal fatto di
essere nati.
Tutto
ebbe inizio quel giorno in cui uno scimmione si rese conto di essere uno
scimmione.
E
si fece quella domanda che gli rovinò la vita.
Quella
domanda che molti di noi, ancora oggi, si fanno senza trovare una risposta.
Quella
domanda è: “Perché?”
Se
te la fai ti rovini la vita. Se non te la fai, la tua vita non sarà migliore.
Un
uomo come tanti, partendo da questa domanda, elabora pensieri, poesie, brevi
racconti. Il suo pessimismo cinico è l’antidoto che gli permette di non farsi
travolgere dalla disperazione.
L’autoironia
gli permette di guardare le cose di lato. Di uscire per un attimo da sé stesso
e di guardarsi con compassione benevola. L’accettazione della mancanza di
speranza, della sconfitta inesorabile, l’incapacità di cullarsi nell’illusione
ultraterrena ha trasformato il suo viscerale pessimismo in un tappeto sul quale
ballare con disincanto l’assurdo minuetto della vita.
Egli
non è più disperato. E’ oltre. Non è neppure rassegnato. E’ oltre. Solamente,
ahimè, per il tempo in cui, chiudendosi nel silenzio della meditazione, mette
su carta queste sue parole. Solo quando ha la possibilità di approdare a
quest’isola di cinico nirvana nella quale può pensare solo a sé stesso e alla
sua tragedia personale e universale. Fino a quando il mondo non lo chiama e
lui, suo malgrado, è costretto a rispondere. Lo scimmione, diventato uomo, scopre la malinconia. Scopre la giostra
della vita che non si ferma mai, ma dalla quale deve scendere. Quasi mai quando
lo vuole lui. Scopre la necessità di crearsi dei motivi, fingendo di crederci.
Scopre gli altri uomini. E ne rimane spesso deluso. Se non terrorizzato.
Scopre
di non riuscire a liberarsi dal senso di colpa anche se sa di non averne
alcuna.
Scopre
l’insopprimibile bisogno di complicarsi la vita. Lo spaventoso dono della
libertà. Scopre di sapere di non sapere. Vorrebbe non curarsene. Vorrebbe non
patirne. Ma è impossibile. Ogni cosa è vana. Tutte le parole sono inutili.
E’
irrimediabilmente sperduto e spaventato come una tartaruga in un beauty case.
Ciò
non gli impedisce di vivere. Perché ha solo la sua piccola vita tra le mani e,
anche se sa che è nulla, è tutto quello che ha.
3 commenti:
la verità è nell'ovvio.
Peccato non si possa rebloggare da una piattaforma come blogger.
Squilibrato si può, basta andare sull' icona di Blogger che vedi tutte insieme
a Fb etc e metti i tuoi dati
ciao :)
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