domenica 13 gennaio 2013

SCHIAVI


Lo schiavismo non ha nulla ha che fare con il razzismo.  Era una semplice, per quanto disumana, pratica commerciale in tempi in cui per diritto si intendeva solo il contrario di storto. Prima di arrivare agli schiavi africani, i turchi e gli arabi hanno per anni razziato le coste del mediterraneo catturando schiavi bianchi. Poi si scoprì un prodotto migliore. I negri, in particolare i nubiani e i sudanesi, erano più resistenti alla fatica e probabilmente anche più facili da catturare. I mercanti di schiavi andavano a caccia di uomini per poi rivenderli  come merce. Evidentemente gli africani non erano particolarmente evoluti, altrimenti non si sarebbero lasciati trattare come bestie. Il fatto che tutt’oggi esistano tribù africane che vivono in uno stato quasi primitivo significa che il loro processo evolutivo, al contrario di quello dell’uomo europeo, è molto più lento, se non addirittura nullo. Lo stesso si può dire dei nativi americani. I coloni avrebbero potuto utilizzarli come schiavi, ma si accorsero presto che non erano abbastanza forti per il lavoro dei campi. Quindi,  una volta appropriatisi delle loro terre, comprandole per cifre irrisorie o massacrandoli, diventarono inutili alla nuova economia e fu concesso loro di ritirarsi nelle riserve ad ubriacarsi. Poi, i nativi americani, hanno continuato a svendere le loro terre ai mafiosi che vi hanno costruito i loro casinò. Sono passati dal tepee al camper e continuano a bere troppo. Evidentemente anche a loro un  processo evolutivo più lento è costato caro. Ma questa è, da sempre, la legge della natura. Se così non fosse la Terra sarebbe il pianeta delle scimmie. Pretendere di vivere in sterminati territori (America del Nord e Africa) cacciando bisonti o gazzelle con le frecce fino alla fine dei tempi non era realistico. Paradossalmente, almeno per i neri, l’essere stati portati, sia pure come schiavi, nella società moderna, ha permesso loro di aprire gli occhi, di ribellarsi ed oggi di essere alla pari dell’uomo bianco . Loro stessi, ormai, considerano i loro fratelli rimasti nelle tribù africane come dei selvaggi. Il fratello del presidente di colore degli Stati Uniti vive in una baraccopoli in Kenia.

3 commenti:

fracatz ha detto...

eh, bei tempi quelli che uno andando al mercato, se ne tornava a casa con una bella schiava o schiavo a seconda dei gusti.
Oggi purtroppo costa tutto maledettamente più caro, sarà per via di questi migranti che ci vengono a togliere il lavoro

S. ha detto...

scorrettissimo...
pensa quando diventeremo colonia cinese....sarà divertentissimo lavorare per 18 ore solo per una zuppa.

Anonimo ha detto...

Secondo me il fatto che ci siano intere popolazioni che vivono allo stato primitivo (ovvero quasi primordiale) sta a significare che la democrazia non è affatto nella nostra natura