sabato 19 gennaio 2013

LA VERDADERA HISTORIA


Quando riconobbi Alonso Del Castillo Maldonado, Andrès  Dorantes e il suo schiavo berbero Estebanico capii che avrei ancora potuto salvarmi. Ero sbarcato in Florida nel 1527 come attendente di Álvar Núñez Cabeza de Vaca, ma presto ci eravamo impanati nelle paludi, tra il fiume Kissimmee ed il lago Okeechobee, per colpa di quell’imbecille di Panfilo de Narvaez, il capo spedizione, che si era messo in testa di incontrare lo sciamano della tribù indiana dei Matecumbe in grado, secondo lui, di esaudire il suo più grande desiderio. Avere due cazzi. Non lo incontrò mai e il suo unico pene, insieme al resto del suo corpo fu divorato da un alligatore. Fu allora che quell’altro idiota di Estebanico disse: “Proseguiamo in quella direzione. Il Messico è lì dietro l’angolo, conosco la strada.” Fu così che ci trovammo in Texas e lì decidemmo di separarci. Circa cinque minuti dopo fui catturato da un gruppo di Matecumbe e mi ritrovai davanti al loro vecchio sciamano, visibilmente raffreddato. Sulle prime fui tentato di interrogarlo sui suoi poteri di moltiplicazione dei peni ma poi pensai di salvarmi la vita. Fortunatamente avevo avanzato delle pastiglie di Cibalgina Fast. Le allungai al vecchio e quando questo cominciò a stare meglio fui eletto “straniero dell’anno” . Durante la festa in mio onore mi accoppiai con diverse squaws e, quando il peyote cominciò a fare effetto, anche con qualche purosangue. Per i primi tempi tutto andò per il meglio. Ero onorato e rispettato, anche se mi fu dato il nome indiano di Geppetto Polendina. Fino al giorno in cui, stanco di carne bruciacchiata di bisonte mi sorpresero a divorare l'avambraccio di Tuono Silenzioso, l'indiano più inutile della tribù (da cui il nome) che avevo accidentalmente ucciso per variare un pò il menù. Da allora venni esiliato in una piccola tenda ai margini dell'accampamento, dalla quale non potevo uscire neppure per fare i miei bisogni. Sapevo che fino a che avrei curato lo sciamano mi avrebbero lasciato in vita. Ma tremavo all'idea di cosa avrebbero potuto farmi, una volta terminata la scorta di Cibalgina. Per mia fortuna Alonso e Andrès, guidati da Estebanico, non erano mai arrivati in Messico ma avevano continuato a girare intorno e, una volta avvistato l'accampamento indiano, cominciarono a sparare a caso sterminando la piccola tribù a scopo preventivo, dandosi poi alla ricerca di qualche donna da violentare. Come spesso gli accadeva quando si divertiva, ad Andrès Dorantes scappò la cacca e, forse guidato dall'olezzo, si diresse verso il mio tepee scambiandolo per una latrina. Quando entrò e mi vide esclamò: "Che puzza di merda!"  I miei compagni di spedizione ottennero la mia liberazione in cambio di un paio di mocassini accattivanti. La trattativa fu agevolata dal fatto che Estebanico era il primo uomo di colore ad aver messo piede nel nuovo mondo e fu scambiato per il Grande Spirito Tatanka, il bisonte con due zampe. Non avendo alternative continuammo a seguire lo schiavo alla ricerca del Messico, dove contavamo di fare finalmente ritorno in patria imbarcandoci su una nave dei nostri connazionali. Otto anni dopo, attraversando il Rio Grande, entravamo nella pacifica cittadina di Matamoros (ammazza saraceni). Eravamo in Messico!  (Continua)

7 commenti:

kermitilrospo ha detto...

aspetto con ansia la continuazione! XD

fracatz ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Random Walk ha detto...

Fa piacere poter rispolverare un po' di storia moderna, anche se devo dire che certi particolari me li ricordavo diversi :)
Ora mi chiedo ma il purosangue era consenziente?

Silvano Bottaro ha detto...

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Pierluigi ha detto...

Tu - Cibalgina Fast: Geppetto Polendina.
Io - Optalidon: per aver liberato Tommaso Moro da un fortissimo mal di testa (e dalla testa medesima) fui chiamato Pink-o Pallino.

Random Walk ha detto...

Immagino che nemmeno l'utopico Moro fosse consenziente alla decollazione.

Marta ha detto...

E' vero, siamo sempre comunque noi a farlo, ed è bello poter essere tutto ciò che vogliamo, anche in base all'occasione.
Un giorno frikkettoni, il giorno dopo "genteperbene".