martedì 22 gennaio 2013


A Matamoros non c’era molto da fare. Poche donne, qualche lama portato lì da qualcuno e poi rimasto invenduto, e troppo odore di pesce. Ci imbarcammo su una caravella di islandesi calvinisti alla volta di Città del Messico. Durante il viaggio uno di loro ci raccontò la loro storia. Erano stati catturati diversi anni prima da un mercante di schiavi arabo che girava per le coste del Mediterraneo a caccia di uomini e donne. Il suo lavoro era diventato sempre più difficile a causa delle fortificazioni che ovunque cominciavano a sorgere lungo  le coste allorchè, chi viveva in quelle zone, si accorse che dal mare non arrivava mai nulla di buono. Mori, schiavisti, cacciaballe e pirati. Vivi e morti. Su consiglio di un napoletano che da schiavo era riuscito a diventare suo socio, si spinse a nord fino e raggiunse l’Islanda, isola popolata da gente ancora ingenua che viveva tranquilla tra vulcani e ghiacciai. Furono portati nel Nord Africa, ma prima ancora di raggiungere il mercato stavano già tutti morendo di caldo. Lo schiavista capì di aver fatto un ben gramo affare. Prima evirò il suo socio e lo vendette come eunuco al Sultano del Punjab, poi svendette il manipolo di islandesi a Diego Colombo, primogenito di Cristoforo che, come tutti i figli dei famosi, tentava invano di essere all’altezza del padre e, a causa di ciò, era spesso preda di fortissime depressioni. Diego stava preparando l’ennesima spedizione per il nuovo mondo ma gli sponsors ormai lo avevano abbandonato e decise così di acquistare ad un prezzo irrisorio quegli inutili islandesi. Il loro incarico ufficiale era quello di avvistatori di mostri marini. In realtà essi costituivano una riserva di carne bianca, nel caso i pochi viveri fossero terminati prima di raggiungere il Golfo del Messico. Quello che il povero Diego e gli spagnoli di Matamoros non sapevano era che quei poveri disgraziati erano calvinisti puritani che, tenendo fede alla loro fama, nel corso degli anni riuscirono ad accumulare i soldi per comprare prima la loro libertà e poi la caravella di Colombo Junior. Era con quella che ora stavano raggiungendo Città del Messico per poi fare ritorno nella loro terra. 
(Continua...forse)

1 commento:

fracatz ha detto...

me gusta mucho esta historia
me intriga
no veo la hora para ver la terminacion