venerdì 1 ottobre 2010

ATARASSIA DI UN PUSILLANIME

Ok, ho ucciso un uomo.
E allora?
Avrò avuto i mei buoni motivi, no?
Mica si ammazza così, per passare il tempo.
Non è come sparare al tiro a segno
Là buchi un bersaglio di cartone
Qui, anche  se  scappi via subito,
un po’ di sangue lo vedi
è inevitabile.
Per non parlare della faccia che fa
Quello stronzo che hai sempre odiato
Quando si rende conto che è fottuto.
E poi
Dopo che lo hai fatto
Anche se continui a pensare
Che era quello che si meritava
Non riesci ad esserne felice
C’è qualcosa nella testa che ti frega
Che ti fa sentire in colpa
Ma non per questo ritengo giusto
Che io debba finire in galera.
Lui non meritava di vivere
Lui mi faceva vivere male
Era diventato il mio incubo
E ora che me ne sono liberato
E potrei finalmente vivere bene
Voi mi sequestrate la vita
Chiudendomi in un carcere.
Perché?
Giusti o sbagliati che fossero i miei motivi
Cosa ne sai tu, giudice di merda,
di quello che avevo dentro io
della mia necessità di uccidere?
Tu che hai fatto il giudice
Solo per vendicarti di quando
I tuoi compagni di scuola
Ti picchiavano e ti chiamavano checca
O per il morboso gusto
Di decidere le vite degli altri
O per essere temuto e rispettato
Ma mai, dico mai,
per amore di giustizia e di verità.
Che ne sai tu della mia vita?
Mi dici che è comunque
Sbagliato uccidere.
E allora?
Anche se per voi
Non esiste un motivo valido
Che giustifichi un omicidio
Per me non è così.
Mi sono solo tolto un peso
Lo so che non ho ucciso per legittima difesa
Ma per legittima necessità, sì.
La mia necessità di togliere di mezzo
Un uomo che meritava di morire.
E tu vuoi farmi marcire in una cella.
Ma con quale diritto, io dico.
Se io non ho il diritto di ammazzare
Chi mi rovina la vita
Tu non hai il diritto di giudicarmi
E poi
Se proprio lo vuoi sapere
Ogni notte me lo sogno
L’uomo che ho ucciso
Ed è un incubo terribile
Peggio di quello di cui mi ero liberato
Uccidendolo
Quindi,
Se ho sbagliato,
La mia condanna la sto già scontando.
Troppo facile, dici tu?
Troppo facile lo dico anch’io
Fare il giudice
E rovinare la vita alla gente
Che ha ucciso solo
Per poter vivere meglio.
Non merita forse di morire
Un uomo che ti scopa la moglie?
Se ho ucciso un uomo
Non vuol dire che lo farei ancora
E chi non lo ha mai fatto
Un giorno potrebbe sempre farlo
E allora?
Perché non mettiamo tutti in galera?
Così stiamo più sicuri.
Qualcuno mi ha detto
Che allora
Dovrei uccidere anche mia moglie
Ed è anche per questo
Che non voglio finire in galera
Fatemi finire il lavoro almeno.
Lo so, sono un pusillanime
Non provo più emozioni ormai
Se non in sogno
Ho raggiunto l’atarassia
E questa cosa la dico
Un po’ perché è vera
Un po’ per dimostrare
Che anche un assassino
Può conoscere le parole difficili
Non sono un animale
O forse sì, sono solo un animale
E ne sono fiero.
Almeno io sono sincero
Voi, grandi uomini
Siete tutti falsi.






18 commenti:

Il rospo dalla bocca larga ha detto...

Con il caso Belpietro che impazza in giro per l'Italia il tempismo è oltremodo perfetto!

gattonero ha detto...

Nel linguaggio dei blog, quoto questo personaggio che rivendica il diritto suo proprio ad uccidere, chiedendo di non essere punito per questo.
Finché ci sono Stati, composti da milioni di persone, che si arrogano il diritto di uccidere, in nome di una giustizia che sa solo di vendetta, perché lui, in nome dello stesso concetto, non dovrebbe essere libero di farlo?

gattonero ha detto...

Aggiungo: quando milioni e milioni di persone assistono imperturbabili alla lenta morte di qualche miliardo di propri simili, e per essi non scatta alcuna sanzione, perché questo poveretto deve essere bollato per UN omicidio (salvo prosieguo, se gli viene consentito)?

Itsas ha detto...

bhè

il testo è genialmente folle, ha una sua logica, anche se paradossale

ma il contenuto è opinabile

io il diritto di ammazzare non lo do a nessuno, né al singolo, ne alla collettività
per nessun motivo,
perchè questo motivo è spesso politico

insomma, per uccidere legalmente un altro ci dovrebbero essere le prove assolutamente inconfutabili (testimonianze audiovideo) che l'ucciso è un assassino a sua volta. E che l'abbia fatto più volte, perchè un errore può esserci per tutti, due così gravi no.
in altri casi, mai accetterei che qualcuno si arroghi il diritto di decidere sulla vita e la morte degli altri.

Anonimo ha detto...

Mi sembri un tantino anti-magistratura, pericolosa affinità con il presidente del consiglio.

Il diritto di uccidere mah... francamente io credo che se avessi la possibilità di ammazzare uno che mi entra in casa di notte magari minacciandomi, bè lo farei. Però non è he se uno ti sta anatipatico puoi farlo fuori, se no diventi un mafioso, un terrorista

Lorenzo ha detto...

Il contenuto di questo post è
OVVIAMENTE e VOLUTAMENTE OPINABILE!
Niente paura, è solo letteratura e non la mia opinione.
Rileggetevi il titolo.
A parlare è un uomo cinico e piccolo d'animo, ma a chi (come "gattonero") non ha il paraocchi degli schierati, non sfugge che il giusto e lo sbagliato non sono mai così nettamente divisi.

davide idee ha detto...

"è quello che sai che ti uccide
o è quello che non sai?"

smettiamola di fare i moralisti
[mi riferisco a chi nei commenti
parla seriamente della
rivendicazione di uccidere]da queste parti non aiuta [di sicuro non a capire il senso]...
Lorenzo ha voluto superare, almeno
un po' e volutamente, la linea di
confine tra legittimo e illeggittimo, e proprio per questo
il suo scritto acquisisce interesse
e fascino. personalmente avrei più
paura di uno che afferma di essere
pronto ad ammazzare chi ti entra in casa [tutto va bene, all'interno
delle proprie mura domestiche, specie con le attuali leggi in vigore].

ad ogni modo,
un assassino che conosce la parola
atarassia non merita di finire in
carcere...

davide idee ha detto...

decisamente!

Lorenzo ha detto...

Grazie Davide!
Se mai dovessi un giorno (spero di no)superare la linea di confine, mi ricorderò di te e ti risparmierò..:-)

Itsas ha detto...

risparmia nache me!!!!

avevo capito che era un paradosso e letteratura, buona letteratura

:-)))))

follementepazza ha detto...

ognuno fa' quel che può per diluire le proprie colpe...
c'è chi si giustifica con menzogne da far credere cm giustificazioni...e chi crede veramente che quello che tutti credono un errore era la cosa più giusta da fare.
boh cn questo nn so' che voglio dire...e nn lo voglio sapere.:)

Anonimo ha detto...

Moralista? Bah non credo, ho solo espresso il mio punto di vista e non sapevo che quelle parole fossero di qualcun'altro.

Greis ha detto...

Per la serie..Che ne sai tu di un campo di grano ? . . .
C'ho preso? Ho inteso ?

Unknown ha detto...

ed io che mi sentivo in colpa per aver preso a calci un avvoltoio!!

@Grace, a me, invece è venuta in mente la strofa del La guerra di Piero "sparagli Piero , sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue
e se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore
e mentre gli usi questa premura
quello si volta , ti vede e ha paura
ed imbracciata l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia.." , a proprosito di 'fronte alla morte' e 'campi di grano'.

Amore_immaginato ha detto...

Quest'uomo ha ucciso la persona sbagliata.
Ha ucciso il suo antagonista in amore ma non si è liberato di colei che lo ha condotto a vivere male.
A volte l'odio agisce in maniera irrazionale, facendoci rivoltare verso coloro che sono l'effetto e non la causa.
Ha ucciso ma non si è liberato di nulla e mente ancora nascondendosi dietro una mancanza di dolore che è ancora tutta li, in mezzo ad ogni sua parola.

Adriano Maini ha detto...

Alla James Ellroy!

Anonimo ha detto...

Hai saputo della ragazza che è stata ammazzata in ospedale perchè una setticemia le era stata scambiata con un'influenza? Ecco, se capitasse a mia figlia li ammazzerei quei bastardi

Lorenzo ha detto...

Già...